Villa Lauri - La storia
Villa Lauri
“…era infatti una abitazione estiva. C’era la sala del bigliardo, la sala per giocare a carte, il salotto per fumare, la sala di lettura, la stanza da bagno… Aveva i purosangue inglesi e mucche da latte dal Nord dell’Italia. C’era un viale riparato per i giorni di vento, un pergolato ombroso per i giorni di sole, una torre da cui ammirare il panorama … Una sala di lettura per l’estate”.
Le parole della scrittrice inglese Margaret Collier ci proiettano nel pieno della vita che scorreva nel complesso di Villa Lauri: un luogo, nella contrada di Montalbano, che a metà Ottocento il conte Tommaso Lauri volle trasformare in un buen retiro in grado di stupire i propri ospiti, tra cui l'autrice de "La nostra casa sull’Adriatico". Tra i primi progettisti, un manoscritto del 1841 ipotizza anche Ireneo Aleandri, l’archistar che disegnò lo Sferisterio.
Il corpo centrale - sottoposto a vincolo dal 1920 - ha conservato gli elementi più caratteristici, come il bugnato, le modanature, i cornicioni decorati, le balaustre in pietra, le colonne doriche, le lesene ribattute, i porticati.
Il tutto è ancora oggi immerso in una riserva botanico naturalistica di oltre 44 mila metri quadri che ospita essenze arboree pregiatissime come sequoie, cedri del Libano, palme, magnolie, pini romani, allori.
Sul versante nord si apriva un bel giardino all’italiana, con la Villa sullo sfondo di una scalinata: una visuale andata perduta nel tempo. Come perduta fu l’armonia simmetrica delle due ali costruite successivamente: la sinistra dalle grandi vetrate arcuate, nelle cui serre il conte Lauri curava le sue piante più preziose; la destra destina alla servitù, al custode e al giardiniere.
Nel 1894, alla morte del conte Lauri, unico erede, la Villa fu donata alla Congregazione di Carità e, nel 1902, fu acquistata dalla Provincia, finendo per essere utilizzata come sede distaccata del manicomio, ricovero per soldati malati di vaiolo durante la Grande Guerra, sanatorio per tubercolotici.
Nel corso degli anni, le serre furono smantellate, le ali modificate a seconda delle necessità. Abbandonata nel 1982, Villa Lauri è stata acquistata dall’Università di Macerata nel 2002.
Il 20 luglio 2021 vengono riconsegnati alla città il blocco centrale e l’ala destra, riportati allo splendore originario per ospitare l’Istituto Confucio Modello Europeo e il China Center con biblioteche, aule, sale riunioni, laboratori, uffici e una residenza dedicata con 24 posti letto.
L’Istituto Confucio
L’Istituto Confucio dell’Università di Macerata è stato inaugurato il 4 ottobre 2011 sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Nato dalla collaborazione tra l’Università di Macerata, la Beijing Normal University e Hanban, l'ufficio per la promozione della lingua e della cultura cinese del Ministero dell’Istruzione Cinese, preposto alla governance degli Istituti Confucio nel mondo. Nel 2012 ha ricevuto la visita della vice Ministro dell’Istruzione e Direttore di Hanban Xu Lin.
Affiancandosi ai corsi universitari di lingua e cultura cinese già attivati presso l’Ateneo maceratese, l’Istituto Confucio è diventato rapidamente, nella città che ha dato i natali al gesuita padre Matteo Ricci (1552-1610) un ponte privilegiato tra la cultura cinese e quella italiana. Le sue attività didattiche e di promozione culturale sono rivolte sia ai giovani studenti sia al mondo professionale dell’impresa, per soddisfare la naturale richiesta di conoscenza della Cina, che si è imposta come la seconda economia del mondo.
L’Istituto Confucio, grazie ai suoi rapporti con le Istituzioni cinesi, ha attivato decine di convenzioni con Scuole medie e superiori di diverse regioni italiani per attivare corsi di lingua cinese e portare ogni anno alla certificazione linguistica centinaia di studenti. Ha inoltre promosso e organizzato importanti convegni con studiosi di fama internazionale, iniziative editoriali, festival artistici, l’evento del Capodanno cinese e un fondo bibliotecario di oltre ottomila volumi, in costante crescita.
L’Istituto Confucio UniMc è l’unico nelle Marche e nelle regioni adriatiche del centro-sud, il decimo istituto creato in Italia.
La sua vocazione extra-regionale gli ha permesso di ottenere riconoscimenti di eccellenza, come il Confucius Institute Individual Performance Excellence Award nel 2013 e il prestigioso status di Istituto Confucio Modello Europeo nel 2016, primo fra tutti gli Istituti Confucio d’Italia, seguito solo da “La Sapienza” di Roma. Oltre al titolo, l’Istituto ha ottenuto un importante contributo economico per la realizzazione della nuova sede, ovvero per il progetto di recupero e restauro di Villa Lauri.
Nel 2020, nell’ambito di un piano globale di riorganizzazione degli Istituti Confucio, le funzioni di Hanban sono state trasferite alla Chinese International Education Foundation (CIEF), un ente privato a partecipazione pubblica che annovera molte università statali cinesi tra i soci fondatori. Tutti gli Istituti Confucio sono stati invitati ad aderire a questo nuovo modello di governance e Macerata è stata tra le prime università in Italia a completare questa fase di transizione, vedendosi confermato lo status di Istituto Confucio Modello Europeo.